giovedì 13 luglio 2017

Post-sisma, terminati i lavori per consolidamento, miglioramento e restauro della Chiesa “Beata Vergine Maria delle Grazie” di Torre de’ Passeri

Dopo otto anni, tornano a suonare le campane in piazza Plebiscito. E’ festa grande a Torre de’ Passeri dove, martedì 11 luglio, è stato riaperto il portale della chiesa parrocchiale Beata Vergine Maria delle Grazie dopo i lavori di consolidamento, miglioramento e restauro. Avviato il 3 aprile 2014, l’intervento complessivo è stato finanziato con due milioni e cinquecentomila euro (fondi Cipe) previsti nel programma d’interventi per il 2013 redatto dalla Direzione regionale dei Beni Culturali de L’Aquila, che ha inserito nell’elenco del patrimonio culturale dell'Aquila e del territorio del cratere anche l’edificio religioso settecentesco, costruito su una preesistente struttura medievale, di Torre de’ Passeri. 

Organizzato in quattro lotti funzionali, il progetto esecutivo, approvato con Decreto del D. R. del 26/11/2013, è stato suddiviso in “Lavori di consolidamento” (I Lotto); “Restauro superfici decorate” (II Lotto); “Impianti di riscaldamento” (III Lotto), “Impianti elettrici" (IV Lotto). I lavori sono stati realizzati dalle ditte Falpo Srl e Vision Srl. Gli interventi hanno riguardato il rifacimento del tetto, il restauro delle torri campanarie, il consolidamento di tutta la struttura al fine di migliorare la risposta alle eventuali ulteriori scosse di terremoto, oltre alla realizzazione degli impianti (riscaldamento a pavimento, elettrico, sonoro e di allarme).
Quanto al restauro delle superfici decorate interne della Chiesa, i lavori hanno riservato, inaspettatamente i maggiori imprevisti visto che una prima fase di indagine a campione sulle superfici aveva restituito un corredo cromatico dei fondi e degli stessi stucchi di grande fascino. “Si è deciso pertanto di procedere con descialbo e restauro delle superfici originarie di tutto l’interno dell’aula – ha spiegato l’architetto Patrizia Tomassetti, Responsabile Unico del Procedimento - Le gamme dell’ocra e i fondi nelle tonalità degli azzurri hanno restituito un’aula di grande bellezza e suggestione. Cosi i capitelli delle paraste, mortificati da un brutto rosso, si sono invece rivelati nel loro grande splendore con dorature argento e oro che esaltano questi elementi architettonici, facendoli emergere. Anche la grande fascia che corre lungo tutto il perimetro della chiesa ha restituito inaspettatamente la decorazione in finto marmo ben conservata. Ugualmente il cartiglio centrale è stato restaurato e ripulito dalle coperture incongrue, restituendo alla comunità la dedica della prima consacrazione”. Le opere di restauro delle superfici hanno assunto una dimensione tale che le somme erogate non hanno permesso di concludere il restauro degli altari laterali rinvenuti dietro le lastre in marmo e che completano un recupero dello spazio interno. Per questo ulteriore intervento, il Segretario Regionale del Mibact per l’Abruzzo Stefano Gizzi ha già provveduto a richiedere le somme necessarie per il completamento dell’intervento con il restauro degli altari laterali e delle superfici decorate del Teatro.
Si tratta comunque di interventi che non limitano il recupero funzionale della chiesa e la restituzione della stessa alla comunità di Torre de’ Passeri. A completare l’intervento il nuovo arredo liturgico studiato, ideato e realizzato proprio per il presbiterio della chiesa.
 “Finalmente la comunità torrese può tornare a frequentare e vivere nella nostra amata Chiesa madre – ha detto il Sindaco Piero Di Giulio – luogo di culto e di aggregazione religiosa e sociale. Dopo otto anni di attesa, l’emozione è tanta. La restituzione dello storico edificio al culto rappresenta un momento importante per la comunità torrese che ha ancora vive le ferite prodotte dagli eventi sismici del 2009.  La ripresa del  suono delle campane della Chiesa madre descrive un segno di speranza per la nostra collettività intera e per ogni torrese”.

Dal settembre 2009 la comunità parrocchiale di Torre de’ Passeri è stata ospitata in una tendostruttura messa a disposizione dalla Protezione civile (ora di proprietà comunale) situata in Piazza Mazara.  Molte sono state le sollecitazioni da parte del Comune e dell’allora sindaco Antonello Linari, in un primo momento per dare una sede alla Chiesa Parrocchiale, poi nel farsi portavoce e mediatore della non facile trafila burocratica, visto che l’edificio religioso è sottoposto a vincolo dal Ministero dei Beni culturali. Per la messa in sicurezza esterna della Chiesa, il Comune, all’indomani del sisma aveva provveduto, in accordo con l’allora parroco Don Giovanni Cianciosi, a far redigere il progetto per gli indispensabili interventi di messa in sicurezza della facciata, che risultava  ampiamente lesionata e distaccata dalla volta interna. In particolare, furono ultimati lavori di cerchiatura dell’edificio lungo tutto il suo perimetro con l’obiettivo di bloccare il cedimento delle facciate che erano a rischio ribaltamento. Ulteriori interventi di messa in sicurezza sono stati ultimati per la cupola e le due torri che campeggiano sulla facciata. 

Gli anni trascorsi nella tendostruttura – ha spiegato il parroco di Torre de’ Passeri don Mauro Pallini – hanno segnato fortemente le anime dei fedeli con una consapevolezza maggiore: Dio non ha cessato mai di esserci a fianco con la sua grazia e la sua presenza. La comunità cristiana è formata da quelle pietre vive rese tali per opera del Battesimo, è vero anche che una struttura fatta di pietre murarie, ben realizzata e decorosa, aiuta l’anima a unirsi al suo Signore”.

A “tagliare il nastro” dell’edificio sacro dedicato a Santa Maria delle Grazie e a consacrare la chiesa con il suo nuovo presbiterio e il suo nuovo altare, è intervenuto Monsignor Tommaso Valentinetti, Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Pescara – Penne che ha celebrato la Santa Messa, concelebrata dal parroco e da vari sacerdoti. Presenti anche la Soprintendente Unica per il Cratere, l’arch. Alessandra Vittorini e i direttori dei lavori, architetti Antonio Celenza e Giuseppe Meduri, oltre naturalmente al Sindaco Piero Di Giulio, alla giunta e alla presidenza del consiglio comunale.

Il progetto è stato realizzato dall’architetto Augusto Ciciotti della Direzione regionale dei Beni Culturali  che si è avvalso della collaborazione specialistica dell’ingegner Carlo Grande e dell’architetto Luigi Iannucci. Responsabile Unico del Procedimento, arch. Patrizia Luciana Tomassetti (F.P.).



Direzione Lavori, arch. Antonio Celenza fino a maggio 2015 e arch. Giuseppe Meduri da maggio 2015 ad oggi
Direttore operativo, geom. Giuseppe Rossi
Soprintendente Unica per il Cratere: Arch. Alessandra Vittorini
Segretario Regionale per il MIBACT: Arch. Stefano Gizzi
Stazione Appaltante: Segretariato Regionale del Mibact per l’Abruzzo

martedì 4 luglio 2017

Identità e storie di famiglie, Torresi d’origine che hanno fatto grande Pescara

Cos’è l’identità sociale? Come si manifesta? Da cosa ha origine e in che misura  vicende storiche, contesto geografico e dna familiare influenzano i tratti distintivi di una comunità?
Sarà presentato venerdì 7 luglio a Torre de’ Passeri (Parco dei Giusti, ore 20,30), lo studio “Identità e storie di famiglie, Torresi d’origine che hanno grande Pescara”, avviato a settembre 2016 dall’associazione culturale Talenti e Territori, che sarà pubblicato in autunno. Un’iniziativa di grande respiro,  che, attraverso l’uso della scienza statistica e la ricostruzione delle vicende che hanno interessato 40 famiglie torresi, racconta la più grande storia d’Abruzzo del secondo dopoguerra e riunisce esperienze e voci dei tanti che dal Pescarese si trasferirono nel capoluogo di provincia contribuendo a scriverne la storia recente.
Scopo della ricerca: riportare al centro dell’attenzione il tema dell’identità sociale e quindi del senso di appartenenza ad una comunità, partendo appunto dalla vicenda dei torresi che si sono trasferiti a Pescara. Aprirà l’evento, inserito nel programma Torrestate 2017, la proiezione del video “Un paese ci vuole” realizzato da Alessandro Sonsini, presidente dell’Associazione Talenti e Territori. Poi si susseguiranno gli interventi del sindaco Piero Di Giulio e dei tre animatori del progetto: lo stesso Sonsini, Tonio Di Battista, docente di Statistica alla Università D'Annunzio e Costantino Felice docente di Storia Economica del Mezzogiorno, in particolare dell'Abruzzo e Molise, presso la stessa università.
“Ricostruendo le 40 storie di famiglie sono emersi con chiarezza due aspetti identitari della comunità torrese: il permanere di alcuni comportamenti e il persistere nell’occupare alcuni settori nevralgici dell’economia, in particolare quella dei grandi numeri – ha spiegato Sonsini - Al primo aspetto vanno ricondotte l’intraprendenza, la tenacia, il senso degli affari, la tendenza a svolgere più di un lavoro, la capacità di intuire il momento del cambiamento. Al secondo, la propensione ad operare nel settore dei trasporti con le sue articolazioni (vendita di automobili, vendita di carburanti, riparazioni meccaniche, vendita di servizi trasportistici), nel settore edilizio, nel settore alimentare e nel settore metalmeccanico. Oltre ad occupare il settore del governo di  tutti questi  processi economici, ovvero il settore della Pubblica Amministrazione”.

“Sono felice di poter condividere con i miei concittadini e con i tanti che parteciperanno una serata particolare che certamente risveglierà il senso di appartenenza alla comunità torrese – ha sottolineato il primo cittadino Piero Di Giulio – Si tratta di una ricerca tutt’altro che autoreferenziale. Uno studio serio che non è un’operazione nostalgica finalizzata a ricordare i tempi in cui alcune famiglie hanno abbandonato il paese natio, in cerca di fortuna. Identità e storie di famiglie, attraverso il racconto delle singole vicende - ha aggiunto Di Giulio - rappresenta a mio avviso una bella occasione per guardare ad un futuro possibile che tenga sempre ben presente i tratti identitari che ci contraddistinguono, mentre viviamo in un mondo sempre più globale che assottiglia le differenze. In un momento in cui il fenomeno dello spopolamento delle aree interne, dei piccoli centri, ed infine per quello che sta succedendo con il fenomeno dell’immigrazione, che nel porre il problema della convivenza con queste nuove etnie, ormai inevitabile, ci interrogheremo su quali debbano essere i principi-base della nostra identità che dobbiamo necessariamente salvaguardare”. (F. P.))